Storia del Campo 65

I lavori per la costruzione del Campo prigionieri di Guerra nr. 65 (PG 65 Gravina) furono ultimati nel 1942.

Il campo fu realizzato tra le città di Altamura e Gravina, sulla statale 96, su un’area di 31 ettari.

Le 36 baracche presenti contenevano fino a 12.000 prigionieri di guerra alleati: inglesi, sud-africani, neozelandesi, canadesi, ciprioti, palestinesi provenienti principalmente dal fronte di guerra del Nord Africa, in quello che sarebbe diventato il più grande campo per prigionieri di guerra italiano della seconda guerra mondiale.

Durante i successivi due anni, gli internati, perlopiù ragazzi, vissero in condizioni difficili: cronica mancanza di cibo, acqua e igiene.  Nonostante tali difficoltà, i prigionieri ebbero la forza di organizzare spettacoli, una band musicale, persino incontri di pugilato. Si creò una mini economia alimentata dalle poche lire concesse ai prigionieri, da baratti con i soldati e da quanto trafugato sui campi limitrofi, da lavoro forzato.

Molti si ammalarono, in 70 circa non ce la fecero. I prigionieri furono, all’approssimarsi dell’armistizio, gradualmente trasferiti in campi nel nord Italia e, successivamente, negli Stalag tedeschi.